Aprire un negozio di abbigliamento
Spesso, quando si decide di mettersi in proprio, la scelta ricade su un settore in cui si è ferrati. La moda è uno di questi, per questo motivo aprire un negozio di abbigliamento sembra la scelta più ovvia per fashion lovers o persone che amano in modo particolare fare shopping. Tuttavia, avviare un negozio di abbigliamento è un argomento troppo generico, ci sono molti fattori da valutare per scegliere in maniera razionale la tipologia di collezioni da vendere al pubblico. Infatti la moda e l’abbigliamento comprendono molti campi, come l’abbigliamento sportivo, l’abbigliamento per bambini, i marchi e le collezioni da donna, quelli per uomini, l’abbigliamento casual e unisex, l’abbigliamento per le cerimonie importanti e così via.
La prima regola quindi, quando si decide di aprire un negozio di abbigliamento, è scegliere con cura il settore e le collezioni da proporre al pubblico, valutando anche quanta concorrenza esiste in un determinato bacino di utenza, la tipologia di acquirente a cui ci si rivolge e quanto possono essere interessanti le collezioni proposte a seconda del territorio in cui si apre il punto vendita. Inutile per esempio aprire un ennesimo negozio di abbigliamento per bambini quando intorno a voi ne esistono già decine, oppure un negozio di abbigliamento sportivo nelle vicinanze di un megastore di marchi sportivi molto noti.
Puntare all’originalità!
Una delle scelte vincenti, quando si tratta di mettersi in proprio e aprire un nuovo negozio, è quella di puntare sull’originalità. Gli amanti della moda e dell’abbigliamento amano infatti scoprire nuovi capi da indossare o regalare per molte occasioni e ricorrenze. Per valutare quale tipologia di collezioni mancano sul tuo territorio puoi fare un piccolo sondaggio intervistando le persone e chiedendo loro cosa comprano online con più frequenza, in relazione al loro guardaroba. Spesso infatti si pensa che il commercio online sia troppo concorrenziale e “rovini la piazza” ai negozi e ai punti di vendita fisici, mentre la verità è che molte volte le persone comprano online proprio perché non trovano nel territorio in cui vivono i capi d’abbigliamento che desiderano, e sono così quasi costretti a ordinarli online tramite specifici e-commerce.
Aprire un negozio di abbigliamento in franchising
Quando si apre un negozio di abbigliamento è bene sapere che per creare un buon magazzino serve ovviamente un investimento iniziale più o meno gravoso a seconda della tipologia delle collezioni che si scelgono. Un modo per spendere meno e avere un negozio arredato a regola d’arte e ricco di novità è quello di puntare su un’apertura in franchising. In questo caso si contatta il marchio di abbigliamento che si desidera portare nel proprio territorio e si prova a capire se abbiano soluzioni per aperture in franchising: sono infatti moltissimi i marchi online che danno agli imprenditori l’opportunità di commerciare le loro collezioni in esclusiva su un dato territorio. Le condizioni di vendita in franchising sono ovviamente leggermente diverse dal mettersi in proprio tout court, ma in questo modo si ha la certezza di vendere al pubblico un marchio noto e apprezzato, con un rischio imprenditoriale minore rispetto all’apertura di un negozio multimarca, o comunque senza l’affiliazione del marchio principale. Spesso per iniziare è sufficiente investire meno rispetto al negozio in proprio, con la certezza di avere dei consulenti che possano supportare l’imprenditore anche nell’arredo e nell’esposizione accattivante delle collezioni. In franchising, l’imprenditore dovrà pagare oltre all’affitto del locale (se non si hanno delle mura proprie) una quota mensile al franchisor (così infatti è chiamato il marchio che offre la possibilità di franchising).
Burocrazia e iscrizione al registro delle imprese
Quando si decide di aprire un negozio di abbigliamento, e dopo aver messo insieme le idee che daranno vita all’impresa, è necessario compiere una serie di compiti burocratici, che devono essere soddisfatte prima dell’apertura dell’attività. Prima di tutto, si dovrà scegliere un consulente o un commercialista che possa supportare l’imprenditore nella compilazione e nell’invio di tutte le questioni fiscali all’Agenzia delle Entrate. La prima cosa da fare è aprire una partita iva all’Agenzia delle Entrate territoriale, che tenga conto del codice Ateco del settore della vendita al dettaglio di abbigliamento. Un buon commercialista può compilare agilmente il documento da presentare all’Agenzia delle Entrate, oltre che gestire l’iscrizione, necessaria per iniziare a svolgere l’attività, al Registro delle Imprese (presso la Camera di Commercio della provincia in cui è situato il negozio). Quando si sceglie di mettersi in proprio ci si dovrà anche iscrivere all’Inps e all’Inail per la gestione della previdenza sociale e per gli infortuni sul lavoro. Dopo aver svolto tutti questi compiti, si dovrà comunicare al Comune di appartenenza la volontà di avviare una nuova attività: questa dichiarazione va effettuata almeno trenta giorni prima dell’inaugurazione e spesso ci sono degli sportelli comunali specifici per comunicazioni di questo tipo, come il SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive).
Sfruttare i social network per avviare un negozio
Le persone, quindi anche i potenziali clienti, utilizzano quotidianamente e più volte al giorno i social network come Facebook, Instagram o Twitter. Una buona strategia commerciale e di marketing quindi prevede l’interazione costante tramite questi nuovi mezzi di comunicazione con il pubblico. Postare foto e offerte speciali, avvisare i clienti dei nuovi arrivi e dialogare costantemente tramite i social può essere un modo economico di farsi conoscere da un bacino molto ampio di potenziali clienti, spendendo molto meno rispetto ai classici volantini o alle brochure cartacee. Questa pubblicità funziona e consente di presentarsi al meglio ai potenziali clienti, soprattutto se si sceglie di condividere foto accattivanti e piccoli video, che sono i contenuti più osservati nei social.